“Rosso di sera. Quando c’era Berlinguer” di Gianni Solino al Museo campano con Capua il Luogo della Lingua.  

“Rosso di sera. Quando c’era Berlinguer” di Gianni Solino al Museo campano con Capua il Luogo della Lingua.  

CAPUA. – A novembre sono ripresi gli incontri  #fuorifestival di  Capua il Luogo della Lingua festival sotto l’egida  del Patto per la lettura di Capua, riconosciuta dal ministero Città che legge.

Scrittori, giornalisti, attori, registi, lettori, studenti, scienziati, fotografi artisti e architetti si danno appuntamento a Capua, la città della Lingua.

Domenica 20 novembre alle 10,30 per gli Incontri al Museo Campano  targati  Capua il Luogo della Lingua sarà presentato il libro del direttore del Museo Gianni Solino, “Rosso di sera. Quando c’era Berlinguer” (Edizioni la Meridiana) in compagnia della scrittrice Marilena Lucente e del Sindaco di Capua Adolfo Villani, introdotti da Giuseppe Bellone direttore artistico del festival letterario capuano che, da 18 anni, celebra la scrittura nella città del Placito capuano.

 

 

 

 

Gianni Solino, nato a Villa di Briano (CE), sposato e padre di tre figli, dirige il settore ambiente alla Provincia di Caserta ed è direttore del Museo Campano di Capua. Fin da ragazzo si è interessato dei movimenti pacifisti e anticamorra, e continua ad impegnarsi nell’associazionismo, in modo particolare con “Libera”, “Comitato don Peppe Diana” e “Scuola di Pace don Peppe Diana”. È stato per oltre dieci anni sindacalista provinciale della CGIL. Per le Edizioni la meridiana Solino ha scritto: “Ragazzi della terra di nessuno” (2008), “La Buona Terra. Storie dalle terre di Don Peppe Diana” (2011), “Il cratere. Che fine hanno fatto i ragazzi di camorra”. (2018).

 

 

 

 

Il libro

Si può perdere negli anni il ricordo dei tempi in cui si è lottato con passione e forza per ideali rivoluzionari? In cui la vita era scandita da eventi entrati poi nella storia di tutti? Forse sarebbe il caso di ricordare un po’ meglio quella storia. Non solo dal punto di vista generale, quello cioè della Storia con la maiuscola, quanto piuttosto della storia piccola, minuta, delle tante piccole storie di tante persone, militanti, città e territori che tutti insieme compongono poi la Storia con la maiuscola. È quello che fa Gianni Solino in queste pagine, perché spesso è proprio in quel passaggio dalla minuscola, dalle tante minuscole, alla maiuscola, che si perde qualcosa, magari proprio il senso del tutto.