«Non chiedermi chi sono», Luca Trapanese incontra gli studenti del liceo Pizzi di Capua

«Non chiedermi chi sono», Luca Trapanese incontra gli studenti del liceo Pizzi di Capua

da il Mattino, di Mariamichela Formisano

 

Con il suo ultimo romanzo “Non chiedermi chi sono”, Luca Trapanese ha incontrato gli studenti del liceo Pizzi di Capua nell’ambito degli appuntamenti con le scuole promossi dal Capua il Luogo della Lingua festival.

 

Un dialogo tra i ragazzi e lo scrittore, oggi assessore al Welfare del comune di Napoli, moderato dalla docente Daniela De Rosa che ha affrontato argomenti spesso sottovalutati eppure sottesi ad ogni indagine e dibattito sulla crisi del mondo giovanile e delle difficoltà di una società che si rimpalla responsabilità senza risposte efficaci.

Perché quello che l’ultimo romanzo di Luca Trapanese affronta è il significato della sofferenza, da quella d’amore a quella semplicemente legata alla giovane età.

Ma anche il significato del riconoscersi uguali  agli altri nella diversità e bellissimi nell’imperfezione.

 

Ma alla domanda su quali consigli si sentirebbe di dare ai giovani per affrontare il dolore e la mancata accettazione nella vita di tutti i giorni, Luca Trapanese ha risposto:

«Quando parliamo di disabilità e di diversità, consiglio sempre di vedere nell’altro prima la persona, e poi la disabilità che lo caratterizza. Questo forse ci può aiutare ad abbattere quella paura iniziale che abbiamo, o meglio che pensiamo di avere, che è quella di sentirci incapaci di interagire con una persona diversa da noi. Poi, invece, nel momento in cui riusciamo ad interagire, a creare un legame, ci rendiamo conto che la disabilità è un mondo faticoso, bello, che però ci può arricchire e nello stesso tempo ci può far entrare nella vita di un altro essere umano».

 

 

Nel romanzo si racconta cosa significa soffrire. Una sofferenza che non è soltanto nell’ambito delle diversità, della disabilità ma è anche una sofferenza d’amore, dell’età giovanile. E in questo l’incontro di oggi con gli studenti del liceo Pizzi cosa ha trasmesso?

«Io credo che oggi noi abbiamo detto ai ragazzi che la vita perfetta non esiste: la vita è imperfetta, è fatta sì di tante cose belle, di tanti momenti esaltanti, ma anche di sofferenza. E abbiamo detto che non bisogna sfuggire alla sua sofferenza ma bisogna affrontarla, viverla. E bisogna farsi aiutare, bisogna creare una rete, chiedere aiuto, e soprattutto fare in modo che chi è nella sofferenza riesca ad essere preso in carico anche da chi è intorno».

 

 

 

Clicca sull’immagine per la video intervista 

 

 

 

servizio di Mariamichela Formisano 

 

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