Capua è una “Città che legge”

Capua ottiene dal Ministero la qualifica di “Città che legge”

 

Capua è stata ammessa tra i Comuni italiani che hanno dimostrato di possedere tutti i requisiti richiesti dall’avviso per la qualifica di “Città che legge” per gli anni 2020 – 2021

 

La qualifica attribuita dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, d’intesa con l’ANCI, premia quelle Amministrazioni comunali che realizzano azioni a sostegno della promozione della lettura sul proprio territorio.

 

Per ottenere il riconoscimento diversi erano i requisiti richiesti: l’esistenza di un festival, di una rassegna o di una fiera attinenti al librola presenza di una o più biblioteche di pubblica lettura regolarmente aperte e funzionanti; la presenza di una o più librerie o punti vendita di libri sul territorio; la partecipazione di scuole, biblioteche, librerie, associazioni del territorio a uno dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura, quali il Maggio dei libri e Libriamoci, nonché l’esistenza di iniziative congiunte di promozione della lettura tra librerie, associazioni, biblioteche, scuole.

 

Soddisfatto il sindaco Luca Branco“Capua oltre ad essere la città dove nasce la Lingua italiana, ha nel suo territorio ben sette biblioteche riconosciute dall’Anagrafe delle Biblioteche Italiane: la Biblioteca del Museo Provinciale Campano, la Biblioteca Storica Diocesana, la Biblioteca Alberto Beneduce del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, la Biblioteca del Centro documentazione del Cira, la Biblioteca della Parrocchia San Michele Arcangelo, la Biblioteca “Francesco Garofano Venosta”, la Biblioteca “Nicola Romeo” di Palazzo Lanza. L’idea della qualifica mira sia a premiare quelle città che dispongono già di ciò che serve per promuovere la lettura, ma che magari non lo hanno ancora messo a sistema, sia a dare delle linee guida attraverso i requisiti richiesti a quelle che intendono mettere in atto politiche culturali di questo genere. La diffusione del libro come valore sociale è un argomento che merita grande attenzione. Bisogna pensare alla lettura come uno strumento indispensabile per una crescita socio-culturale della comunità, uno strumento in grado di influenzare in maniera positiva la qualità della vita sia a livello individuale sia a livello comunitario, uno strumento anche per rappresentare una nuova visione degli spazi urbani”.

 

Soddisfazione anche per il consigliere Claudio Di Benedetto con delega all’Istruzione ed Enti scolastici, “Le scuole capuane – dichiara Di Benedetto – aderendo a campagne nazionali quali il Maggio dei libri Libriamoci, appuntamenti ormai fissi in cui le scuole locali sperimentano progetti condivisi volti allo sviluppo di una cultura del libro e della lettura, sono state fondamentali, insieme agli altri requisiti richiesti, per il riconoscimento di Città che legge. Crediamo fortemente che la scuola debba contribuire ad alimentare un preciso desiderio di cultura in grado di generare nuovi “percorsi urbani” e stimolare una nuova solidarietà, che ha come obiettivi, la diminuzione delle diseguaglianze di accesso alle risorse, l’aumento delle relazioni tra gli individui e la prevenzione del disagio sociale.

 

Un bel riconoscimento per la Città che premia in tal modo anni di impegno nella promozione della lettura che il territorio, attraverso Capua il Luogo della Lingua, il festival che dal 2005 a maggio, diretto da Giuseppe Bellone, celebra Capua come culla della lingua italiana per via del famoso Placito e che declina i vari linguaggi artistici con una serie di eventi di spessore culturale nei maggiori siti storici, che trasformano, nei giorni del festival, l’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio della grande Storia nel nostro territorio in palcoscenico. L’evento annuale ha visto negli anni parte della cittadinanza e molti fruitori provenienti da fuori città, partecipare con sempre grande sensibilità alle iniziative di diffusione della lettura. “Quest’anno la pandemia – dice Bellone – ha impedito di avviare le iniziative programmate per la quindicesima edizione del Festival, tuttavia, in attesa che le attività riprendano a pieno ritmo, si stanno predisponendo progetti da avviare con associazioni culturali, biblioteche, librerie e scuole. La cultura è uno strumento indispensabile per ricostruire l’identità dei luoghi e influenzare positivamente i rapporti di chi li abita, nel nostro caso è già presente all’interno del Dna della nostra comunità, ma a volte occupa uno spazio segmentato, talvolta invisibile ad alcuni, manifestandosi tendenzialmente in progetti dal basso privi di un coordinamento in grado di renderli fruibili a un pubblico più vasto e desideroso di nuove esperienze. Dietro alla redazione di questo avviso pubblico c’è da parte del Ministero, una chiara politica culturale che parte innanzitutto dalla consapevolezza di un nuovo modo di pensare al territorio, alle città e ai rapporti che intercorrono tra gli individui. La qualifica di Città che legge rappresenta per noi un rinnovato impulso a continuare sui percorsi già tracciati.

 

Capua figura quindi tra i comuni italiani che posseggono i requisiti richiesti per essere inseriti nell’elenco delle Città che leggono per il biennio 2020-2021, qualifica che consentirà al Comune di partecipare ai bandi per l’attribuzione di contributi economici, premi ed incentivi che il Centro per il libro e la lettura di volta in volta predisporrà per premiare i progetti più meritevoli.