“Martin Eden” del regista casertano Pietro Marcello miglior film del 2020 per il New York Times

“Martin Eden” del regista casertano Pietro Marcello miglior film del 2020 per il New York Times

Il New York Times quest’anno è particolarmente generoso con la cultura italiana e la nostra provincia molto orgogliosa dei risultati, dopo i riconoscimenti dei critici all’attore casertano Toni Servillo e alla serie L’amica geniale, girata in gran parte a Caserta, arriva il riconoscimento al film “Martin Eden” del regista casertano Pietro Marcello che entra nelle “top ten” dei migliori film del 2020 compilate dai critici cinematografici del New York Times Manohla Dargis e A.O. Scott.

 

 

La Dargis mette “il brillante adattamento dell’omonimo romanzo di Jack London” al primo posto della sua hit parade.

 

 

 

 

Pubblicato nel 1909, il romanzo autobiografico di London è sempre stato più popolare in Europa che nel paese natale del suo autore e la versione di Marcello per lo schermo è “allo stesso tempo una ardente lettera d’amore e uno sfacciato atto di appropriazione culturale e immaginativa”. A.O. Scott invece posiziona il film con “l’insanamente torrido” Luca Marinelli al quarto posto della sua classifica.

 

 

Girato nel 2018 a Napoli e selezionato l’anno scorso per il Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia, il film di Marcello con la sceneggiatura di Maurizio Braucci,  non è ancora uscito negli Usa, ma si può ugualmente vedere su Kino Marquee, una piattaforma virtuale creata in tempi di Covid.

 

 

Nel film, che ha fatto vincere a Marinelli la Coppa Volpi per il migliore attore, Marcello trapianta dalla California a Napoli il personaggio del marinaio avventuriero del romanzo di London e “gli dà l’intero ventesimo secolo come sfondo per il suo ardore e la sua ambizione”, osserva Scott: “Letteratura, politica, lotta di classe, sesso – è tutto qui, concentrato in una ribollente epica che sorprende continuamente e che cancella qualsiasi distinzione tra realismo e fantasia”.

 

 

Pietro Marcello (Caserta 1976) ha esordito nella regia con i corti Carta e Scampia, entrambi del 2003, cui hanno fatto seguito i documentari Il cantiere (2004), La baracca (2005), Il passaggio della linea (2007) e soprattutto La bocca del lupo (2009), vincitore nello stesso anno del Torino Film Festival, del Nastro d’Argento e del David di Donatello per il miglior documentario.

 

 

Abile nel leggere con uno sguardo semplice e carico di poesia le realtà sociali complesse e degradate, nel 2011 ha dedicato all’arte cinematografica due documentari, Il silenzio di Pelešjan, sul regista armeno A. Pelešjan, e Marco Bellocchio, Venezia 2011.

 

 

Esordisce nella regia di lungometraggi con Bella e perduta nel 2015, pellicola magica e incantata che coniuga analisi politica e discorso simbolico-popolare per raccontare la storia della nostra Reggia di Carditello e di Tommaso Cestrone, l’uomo che fino alla morte si adoperò per salvarla dal degrado.
Martin Eden, presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia nel 2019 e nello stesso anno vincitore del Platform Prize al Toronto Film Festival.