La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

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La variante di Lüneburg di Paolo Maurensig

Personalmente ho sempre pensato – pur tenendomene, forse non a caso, lontanissimo – che la matematica fosse la declinazione suprema della logica, l’unica disciplina che raggiungesse verità non revocabili in dubbio. Al contempo – come tutti gli estremi che si toccano – ho sempre pensato che la logica assoluta si avvicinasse moltissimo e pericolosamente alla follia (ed infatti, per quel che ne so, non si contano i geni matematici assolutamente ed irrimediabilmente folli).

 

Il gioco degli scacchi, a mio parere, della matematica è parente strettissimo, essendo un gioco che non dà alcuno spazio alla fantasia, e le cui varianti possibili sono solo ed esclusivamente frutto di deduzioni ispirate da una logica assoluta e che non ammette discussioni. Sicché, come dei grandi matematici così dei grandi giocatori di scacchi si è sempre detto che, se non irrimediabilmente persi nella follia, fossero nel migliore dei casi tipi stravaganti e comunque pressoché intrattabili.

 

Il romanzo di Mauresing, dopo una apertura dedicata alla leggenda di morte legata alla invenzione del gioco, è strutturato in tre parti, dedicate ai tre protagonisti della narrazione, le ultime due con un io narrante che non è lo stesso. La vicenda è molto complessa e a tratti disorientante, intrecciandosi le vite dei protagonisti con il gioco degli scacchi, nel contesto dell’ascesa al potere in Germania del nazismo.

 

Un industriale tedesco dalla dubbia moralità e dall’oscuro passato, appassionato di scacchi di cui cura pure alcune pubblicazioni, incontra nello scompartimento del treno con cui torna a casa nei fine settimana occupando sistematicamente il tempo giocando a scacchi con un suo dipendente, un giovane dall’aspetto abbastanza trascurato che, dopo qualche iniziale esitazione, inizia ad interloquire con lui mettendolo più volte in difficoltà con riferimenti ad una variante del gioco, detta appunto di “Lüneburg”, che l’industriale sembra conoscere bene, avendo speso molta parte del suo tempo dedicato al gioco degli scacchi a cercare, invano, di contrastarla. Quella variante lo rimanda ad un tempo lontano, quando, da ufficiale delle SS, dirigeva un campo di concentramento tra i cui internati riconosce un suo vecchio avversario per il titolo mondiale nel periodo anteguerra. Chiama quindi quell’uomo a riprendere con lui la sfida interrotta dal precipitare degli eventi che, come egli stesso afferma, avevano sconvolto – in maniera del tutto diversa ed opposta come è ovvio – la vita di entrambi. Solo che questa volta la posta in gioco è molto alta: dall’esito di ogni singola partita dipende la vita o la morte di altri internati. Superati i timori iniziali, il suo avversario lo sconfigge ripetutamente, con qualche sua isolata vittoria ed alcune patte, salvando la vita a molti internati, e la sua, fino all’arrivo degli Alleati. E la chiave di quelle vittorie sta appunto in quella variante, che l’ufficiale nazista si rifiuta di riconoscere come “ortodossa”, dedicando poi i suoi studi successivi alla ricerca della mossa giusta per contrastarla. Ricerca vana, il suo occasionale interlocutore è lì per ricordargli che non esiste la mossa in grado di contrastarla, che le sue ricerche ed i suoi studi sono stati solo tempo perso, e che l’ultima sconfitta dovuta – in metafora – a quella variante, ha già una vittima predestinata da molto tempo.

 

Gli scacchi sono usati da Mauresing come metafora dell’eterna partita dell’umanità tra il Bene ed il Male, giocata sempre sul filo del rasoio, una “variante” può sempre arrivare a sconvolgere la vita di ognuno. Nel caso dei protagonisti del romanzo, la variante è l’uso della logica che l’ufficiale nazista non padroneggia fino in fondo, contrariamente al suo avversario, ed è questa sua carenza che gli risulterà fatale.

 

Sull’intero romanzo aleggia come un’ombra lo spettro della follia: i due avversari la sfiorano ripetutamente e l’avrebbero certamente raggiunta se gli eventi non avessero interrotto la loro partita mortale. Naturalmente, la “variante di Lüneburg” (Lüneburg è un luogo dove vennero sepolti i nazisti condannati al processo di Norimberga) non esiste nel gioco degli scacchi. La “variante” con il suo nome è il gioco del destino che, nella eterna lotta tra il Bene ed il Male, può decidere la partita.

 

Un romanzo avvincente e complesso, un grande romanzo.

 

La variante di Lüneburg è un romanzo di Paolo Maurensig (Gorizia, 26 marzo 1943 – Udine, 29 maggio 2021) scritto nel 1993.  Il libro ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante per l’opera prima.

 

 

 

 

Nicola Purgato, nato per caso a Milano il 28 maggio 1954. Sono cresciuto in un paese vicino Aversa, che si chiama Frignano e viene un po’ prima di Casal di Principe andando verso il mare. Ho fatto il liceo classico ad Aversa, liceo “Domenico Cirillo”. Laureato in giurisprudenza, faccio l’avvocato civilista da 41 anni. Non ho competenze particolari, so di non sapere più di tanto, quello che so e di cui di tanto in tanto mi diletto a scrivere, lo so perché sono curioso, e perché delle cose di cui sono curioso mi informo, cercando di non dire sciocchezze (probabilmente non sempre ci riesco).