Titti Marrone per Terra di madri a Capua il luogo della Lingua

Titti Marrone per Terra di madri a Capua il luogo della Lingua

DOMENICA 29 MAGGIO  

Terra di Madri, scrittrici a Capua il Luogo della Lingua

 

Incontri di letteratura dedicati alle donne che scrivono, al loro talento, ma anche alle lettrici e ai lettori, nella Città delle Madri, per le famose Matres Matutae custodite nel Museo Provinciale Campano    Capua è una Città Madre, dà il nome alla Campania, custodisce nel suo Museo le Matres Matutae, è la Città madre della Lingua italiana, ci sembra giusto porre l’accento su questa peculiarità della nostra città, “perché la maternità è un’esperienza che riguarda tutti, riguarda le donne e gli uomini, le donne che hanno avuto i figli e quelle figlie che madri non saranno mai”

 

ORE 19.00 MUSEO CAMPANO 

Storie di vite vere raccontate con la libertà del romanzo

 

TITTI MARRONE 

autrice di SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE PIETRA (Feltrinelli)

 

dialoga con MARILENA LUCENTE

 

 

in collaborazione con Circolo dei Lettori di Capua

 

 

 

Nel 1945 la grande villa di campagna di sir Benjamin Drage diventa una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio, venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni accolti e accuditi grazie all’iniziativa e alla determinazione di Anna Freud, figlia del grande Sigmund, e di Alice Goldberger, sua collaboratrice. Ciascun bambino ha una storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un proprio personale inferno. Alice e la sua équipe lottano per restituire loro un’infanzia, dando vita per oltre un decennio a un centro dove le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della pedagogia e dell’arte vengono messe al servizio delle necessità dei bambini provenienti da lager, orfanotrofi e conventi o dai nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra, nell’estremo tentativo di salvar loro la vita. Lo sguardo dolce e professionale di Alice ci mostra come, nello scorrere delle stagioni, si allenti in Gadi la necessità di nascondere il cibo, si riducano gli incubi di Berl e la presenza della morte nei disegni di Denny e si avvicini per tutti, a poco a poco, l’obiettivo più difficile: recuperare la fiducia negli adulti. Titti Marrone scava nella Storia, apre gli archivi, incrocia documenti, foto, diari e lettere per trasporre in un romanzo la coraggiosa e commovente esperienza di Lingfield. La sua penna segue con delicata partecipazione l’incontro con l’infanzia di ciascun bambino, l’affiorare di traumi e ricordi dolorosi, il progressivo sciogliersi dei nodi più stretti. Fino all’inizio delle loro seconde vite.

 

 

Titti Marrone, giornalista. Ha scritto sul “Mattino” di Napoli dal 1980 al 2012. Si è occupata di teatro, storia delle idee, letteratura e politica, ha insegnato dal 1996 all’Università storia e tecniche del giornalismo. Negli anni Ottanta si è occupata di storia del Mezzogiorno (Riforma agraria e questione meridionale, De Donato 1981). Ha scritto inoltre: Il mestiere di regista teatrale (Marcon 1992); Controluce (Pironti 1995) insieme a Gustaw Herling; Il sindaco (Rizzoli 1996); Meglio non sapere (ultima edizione Laterza 2013). Con Mondadori ha pubblicato Il tessitore di vite e Questo bimbo a chi lo do (2013). Nel 2019 ha pubblicato La donna capovolta (Iacobellieditore) e nel 2022 Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli).

Scrive sull’ “Huffington Post”.

 

 

 

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