Raccontarsi. Laboratorio di scrittura autobiografica a cura di Marilena Lucente

Raccontarsi. Laboratorio di scrittura autobiografica a cura di Marilena Lucente

Nell’ambito dei Laboratori di scrittura di Capua il Luogo della Lingua, stagione 2022-23,  diretti da Marilena Lucente

 

RACCONTARSI
Laboratorio di scrittura autobiografica

a cura di Marilena Lucente

 

 

Cinque moduli, da ottobre a maggio, ciascuno dedicato ad un tema particolare, indagato attraverso romanzi, brani musicali, poesie e immagini.
Due ore di collegamento on line.
Esercitazioni di scrittura settimanali.

 

60 euro a modulo

per info e prenotazioni

Giuseppe Bellone 3389993220

 

 

Gli argomenti di quest’anno

1. Il diario sa di nebbia
2. Che sapore ha la felicità
3. Era mio padre
4. Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni
5. E tu scrivimi

 

Primo modulo: Il diario sa di nebbia

“Il diario sa di nebbia”, scrive Cortazar. E’ un oggetto misterioso, il diario. Eppure nel mondo milioni di persone si danno un
appuntamento quotidiano con la pagina bianca e con il tempo per sé. E’ una abitudine che si prende da ragazzi e si mantiene per tutta
la vita oppure si perde e si ritrova a seconda dei momenti. In questo modulo leggiamo il diario di Annie Ernaux, Gli anni e altre
pagine tratte dai suoi romanzi, tutti rigorosamente autobiografici. Proviamo a capire come pagine intime e personali possono poi diventare opere collettive e di grande risonanza di pubblico. “Gli anni” è stato Premio Strega Europeo nel 2016.

 

Secondo modulo: Che sapore ha la felicità
Come si scrive una emozione e come diventa un racconto? Narrare la più sfuggente delle emozioni è una sfida per la nostra memoria,
solitamente fedele custode dei ricordi tristi, e soprattutto per la scrittura, che deve assecondare insieme la leggerezza e la profondità della felicità. Utilizzeremo due libri: L’arte della gioia di Goliarda Sapienza e Perché essere felice se puoi essere normale? Di Janette Winterson. Due donne lontane nel tempo e nello spazio che spiegano come la felicità, esperienza tutta individuale non può prescindere dallo spazio e dal tempo che abitiamo.

 

Terzo modulo: Era mio padre
Non può esserci autobiografia senza il racconto della famiglia. La figura del padre incombe nelle pagine dei diari, è punto di arrivo di lettere scritte spesso nel corso degli anni, è un incontro che qualche volta rischiamo persino di mancare. Dalla famosa Lettera al padre di Kafka alla Valigia di mio padre di Pamuk, passando per la rivisitazione romanzesca di Mastro Geppetto di Fabio Stassi. Nel “grembo paterno” possono scriversi pagine e pagine.

 

Quarto modulo: Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni
I sogni sono racconti misteriosi della notte e dell’inconscio. Sono parte di ogni autobiografia e spesso sono i sogni a dare la spinta ai romanzi. Da L’inventore di sogni di Mc Iwan a La storia infinita di Ende, passando per gli incubi e le distopie dei racconti di King e Dick. Dove ci porteranno i nostri sogni? Quale lingua ci spingeranno a cercare prima di arrivare alla pagina bianca della scrittura?

 

Quinto modulo: E tu scrivimi
Come sempre l’ultimo modulo si cambia genere. Dopo aver affrontato le vette e le profondità della scrittura diaristica si passa al genere epistolare. Ci sono carteggi che sembrano romanzi e ci sono romanzi che sembrano carteggi. E se la forma fisica e materiale della lettera è cambiata e si è trasformata, resta il bisogno di trovare uno spazio intimo dove poter attraversare la distanza dall’io al tu. Leggeremo e prenderemo spunto dalle lettere scritte a mano delle Relazioni pericolose di Laclos e dalle mail immateriali e veloci del romanzo austriaco che qualche anno fa divenne caso editoriale: Le ho mai raccontato del vento del nord di Daniel Glattauer.
Come da una lettera può nascere un romanzo? A conclusione del modulo siamo pronti per la partecipazione con un nostro lavoro al Festival – Capua Il luogo della lingua

 

 

 

Marilena Lucente (1967) è insegnante di materie letterarie all’Istituto Terra di Lavoro di Caserta. Dottore di ricerca in pedagogia, si occupa di educazione attraverso il cinema, il teatro e la narrazione. 

Le sue ricerche ed esperienze hanno prodotto numerosi saggi di pedagogia e didattica e le monografie: Lo sguardo e l’immagine. Per una pedagogia del cinema (Pensa Multimedia 2004); Graffiti animati. I cartoon da emozioni a gadget (Vallecchi 2007). 

Ha raccontato la scuola nel suo primo testo di narrativa Scritto sui banchi (Cargo 2005) e, per oltre dieci anni, negli articoli della rivista Insegnare del CIDI (Centro Iniziativa Democratica degli Insegnanti). Alla città e alle donne sono invece dedicati i libri Di dove sei (Cargo 2007), Le giocatrici. Lotto, bingo e slot machine (Edizioni Spartaco, 2014), oltre che numerosi racconti pubblicati in raccolte e antologie. 

Con AnimaMundi ha pubblicato, nella collana Piccole Gigantesche Cose, il libro autobiografico E poi torna alla luce con i suoi canti (2018) e Trilogia delle donne dell’acqua. Medea, Penelope, Didone (2019). 

Sempre più in dialogo con il passato, per il teatro ha scritto Napoli 1647. Rivoluzione d’amore (Caracò, 2012) e Di un Ulisse, di una Penelope (Mutamenti/ Edizioni 2017). Entrambi i lavori sono stati messi in scena con successo dalla Compagnia Teatrale Mutamenti/Teatro Civico 14 di Caserta. 

Da molti anni conduce, per Capua il Luogo della Lingua festival, laboratori di scrittura creativa con adulti, per conoscere ed esplorare la bellezza delle parole e la ricchezza delle storie che abitano ogni vita.