

La scrittrice Sabrina Efionayi ospite, on line, di Raccontarsi, laboratorio sull’autobiografia
Giovedì 13 febbraio alle 18.00, a chiusura del secondo modulo di RACCONTARSI laboratorio di scrittura e lettura di Capua il Luogo della Lingua festival a cura di Marilena Lucente, prima che inizi il terzo modulo, incontriamo la scrittrice SABRINA EFIONAYI il cui libro “Addio, a domani” (Einaudi editore) è stato oggetto di lettura nel secondo modulo del nostro corso avanzato.
L’incontro, on line, è aperto a tutti, non solo a chi ha frequentato il modulo.
Richiedi il link al 3389993220
Sabrina Efionayi è nata a Castel Volturno nel 1999 e cresciuta a Napoli. Ha raccontato la sua storia in Addio, a domani (Einaudi editore) e in un podcast pluripremiato (Chora Media-Spotify Studios), Storia del mio nome, che diventerà un film prodotto da Cattleya. Il suo ultimo romanzo Padrenostro è edito da Feltrinelli Editore
Il libro: Addio, a domani
«Questa storia avrei voluto scriverla dicendo: io. Perché è la mia. A mano a mano che ci entravo, però, mi sono resa conto di non riuscirci – troppo difficile, troppo doloroso. Ecco perché l’ho scritto dicendo: lei. Sabrina. Una ragazza napoletana afrodiscendente che un bel giorno decide di fare i conti con il tempo, di aprire certi cassetti della memoria e di ordinarne il contenuto sul letto, come quando si parte per un viaggio e si prepara la valigia. Ecco, io ora vi chiedo di partire con me. Abbiate fiducia. Datemi la mano».
Sabrina Efionayi ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L’altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e cosí lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità. Un’identità complessa, la sua, che già il nome racconta: Sabrina, come la figlia dell’aguzzina di Gladys, scelto per compiacerla; Efionayi, come un uomo che non è il padre, ma che le ha dato un cognome.