Castello di Carlo V

Castello di Carlo V

 

Ritornato in Italia dopo la fortunata spedizione di Tunisi, Carlo V attuò un cospicuo programma di rafforzamento difensivo in tutto il regno.

 

Di tale programma fa parte il cinquecentesco Forte di Carlo V, noto anche, per distinguerlo da quello normanno detto “delle pietre”, o come Forte di Capua o castello spagnolo.

 

Verso la metà del Cinquecento (1542) si redasse il progetto e per oltre un decennio si attuarono i lavori) su disegno dell’architetto Gian Giacomo dell’Acaya (Napoli 1500 ca., Lecce 1570) barone di Segine, sotto il diretto controllo dell’ingegnere capuano Ambrogio Attendolo.

 

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La fabbrica occupa una superficie di 7.500 mq. Circa e presenta un impianto quadrato con un vasto cortile centrale e sui vertici bastioni di forma lanceolata e pareti scarpate. Ognuno dei bastioni è munito di coppie di orecchioni cilindrici con sovrastanti garitte semicilindriche. Oltre il mastio si elevano per più livelli le cortine, con corpi di fabbrica di dimensioni pressoché identiche ed all’interno una serie di ambienti per l’alloggio dei militari e per il deposito delle polveri da sparo. L’ingresso è collocato nel centro della cortina principale e vi si accede attraversando un  ponte su archi e pilastri.

 

A sinistra dell’ingresso si trovava la cappella religiosa, in uso sino al 1856, come attestano i documenti.

 

Il forte  non è oggi visitabile ed è in attesa di lavori di consolidamento e ristrutturazione per una nuova destinazione d’uso.

 

Il Castello di Carlo V fu costruito come presidio ossidionale della città di Capua. La sua struttura si è conservata nei suoi caratteri più significativi. L’impiego a scopi militari di tutto il Castello e di un’ampia zona scoperta fino alla attualità, e le dinamiche di espansione della città più recenti, hanno consentito di conservare una buona parte del sistema costituito dal castello e dalle sue fortificazioni esterne. L’utilizzo del monumento quale Stabilimento Pirotecnico, sebbene abbia richiesto la necessità di realizzare nuovi capannoni e volumi edilizi nelle aree a ridosso della cinta bastionata, ha determinato che tutta l’ampia zona a ridosso del fiume Volturno conservasse buona parte delle sue valenze paesaggistiche originarie e che i volumi del Castello non fossero modificati nella loro integrità materiale da massicci interventi di ripristino. Sebbene l’intero complesso necessiti di urgenti interventi di restauro, il parziale “isolamento” in cui ha vissuto il Castello, consente di poter immaginare scelte strategiche volte a conservare i caratteri peculiari del progetto cinquecentesco, nel suo rapporto con il contesto e con la cinta bastionata che persistono, nel pieno rispetto della autenticità materiale.

(Restauro e valorizzazione culturale e paesaggistica del Castello di Carlo V a Capua di Claudia Aveta)