Cattedrale

Cattedrale

 

La cattedrale fu fatta erigere dal Vescovo Landulfo nell’856, anno di fondazione della città.

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quadriportico

foto di Giovanni Izzo

 

Il passaggio di papa Giovanni XIII segnò due eventi storici: l’erezione della Sede Metropolitana e l’aggiunta dedicazione del tempio alla Beata Vergine Assunta in Cielo, avvenuti nel 966. Tra il 1076 – 1088 fu costruito un primo quadriportico dinanzi alla cattedrale, dall’arcivescovo normanno Erveo, che per il suo splendore architettonico fu denominato il “Paradiso”, nel cui sottosuolo fu dato luogo a sepolture delle dinastie nobili capuane. Al vescovo Erveo si ritiene di dovere anche la costruzione del “Succorpo” o Cripta: l’aspetto della struttura è assai simile ad una basilichetta, a sette lati a ferro di cavallo, suddivisa da colonne di spoglio degli ambulacri in granito e cipollino. Il piccolo pronao di accesso al sacello sepolcrale è preceduto da due colonne con capitelli romanici; nell’interno si vede la meravigliosa scultura del Cristo deposto dalla croce. Altri interventi di arredo ed ornamentazione si ebbero per opera dei vescovi Ottone (1120-1126) ed il suo successore Ugone (1130-1135), che continuarono l’opera iniziata da Erveo: furono mosaicati l’abside e il presbiterio.

 

duomo cero pasquale (2)

 

Nel 1255, durante l’Episcopato di Marino Filomarino, il papa Alessandro IV consacrò l’altare maggiore, inaugurò il coro e la prima organizzazione del Capitolo formato da quaranta canonici. Fu Cinzio della Pigna che ampliò e abbellì la cripta e nel 1288 edificò al centro un tempietto simile al Santo Sepolcro di Gerusalemme e lo contornò da fasce mosaicate terminanti con pigne capovolte. Nel secolo XV furono eseguiti da Giordano Caetani D’Aragona lavori di ampliamento verso oriente, con la creazione della stanza del tesoro, delle reliquie e dei ricchi paramenti e la probabile ristrutturazione dell’atrio. Per la custodia di questo patrimonio fece erigere, tra il 1489 e il 1491, la Torre di San Paolino. Dopo il Sacco di Capua, il Governatore della città con delibera del 7 agosto 1506, approvata dall’imperatore Carlo V, diede inizio a nuovi lavori di consolidamento e restauro completati dal vescovo tedesco Nicola da Scombergh. Altri lavori furono eseguiti dal cardinale Nicola Gaetano di Sermoneta e dall’arcivescovo Cesare Costa: l’uno edificò la cappella di Sant’Agata, l’altro ideò la grande Sacrestia dei Canonici nel 1579 e l’apertura della porta piccola del Duomo. Nei primi anni del Seicento, durante il governo pastorale del gesuita cardinale Roberto Bellarmino (1602-1605), furono spostati i seggi del Coro dei Canonici dalla navata centrale alla zona del presbiterio e abbellita la cappella di Sant’Agata con un ricco ciborio di alabastro: da allora è denominata cappella del Santissimo. Tra il 1719 e il 1724 la cattedrale fu trasformata secondo il gusto del tempo: il cardinale Nicola Caracciolo rifece la volta della navata centrale e aprì le cappelle lungo le pareti delle navate laterali. Tali lavori comportarono la demolizione dei mosaici di Ugone, disfatto il Pergamo di Erveo e la colonna del Cereo fu spostata sulla fontana della piazza esterna. Agostino Gervasio nel 1803 rifece la facciata esterna dell’atrio collocando sulla balaustrata della loggia i busti dei primi sei vescovi della chiesa capuana e al centro la pregevole statua di Santo Stefano di Angela de Viva. Nel 1822, Baldassarre Mormile ricostruì il grande organo formato da 16.000 canne sulla parete interna della facciata, per opera dell’organaro Marcellino Abbate di Airola. L’ultimo grande rifacimento prima del 1943 lo apportò il cardinale Giuseppe Cosenza, affidando i lavori all’architetto Federico Travaglini. I lavori eseguiti dal Travaglini comportarono la riduzione degli ornati in stucco barocchi a più elementari forme di ispirazione classicistica, mentre gli archivolti laterali venivano ripristinati. Ritrovò anche gli antichi archi in mattoni tra le colonne della nave e li riportò in vista, eliminando la travatura rettilinea. Infine, le colonne furono levigate a piombo. Altri lavori minori furono compiuti nel Succorpo, mentre dovunque il Travaglini distese nuovi stucchi e dorature.

In seguito ai bombardamenti dell’ultimo conflitto il Duomo subì gravissimi danni, con il crollo della copertura centrale e parte delle navate.

 

 

Oggi l’edificio si presenta in chiave moderna e non rappresenta minimamente i fasti dell’antica Basilica, considerata in passato come una delle più belle chiese del meridione.​
Nella fase di ricostruzione quanto si salvò dalla distruzione è stato ricollocato nelle tre navate: la colonna del Cereo; due colonnette di marmo verde reggenti candelabri di bronzo fuso; i candelieri e il grande crocefisso con stemma e data di Agostino Gervasio (1800); una pregevole consolle del ‘700; l’altare maggiore di maestanze campane; il trionfo dell’Assunta; la pregevole scultura dell’Immacolata, donata da Francesco II di Borbone nel 1859 a Giuseppe Cosenza; un crocefisso ligneo trecentesco, già nella chiesa benedettina di S. Giovanni delle Dame monache, i due leoni stilofori del pergamo e il sostegno medievale del nuovo battistero. La pavimentazione, sostituisce la più antica dell’ultimo rifacimento del 1854, formata da ottagoni di marmo bianco e quadrangoli in grigio bardiglio ed è bullettonata con triplice ornamentazione alludendo al Mistero Trinitario. Vicino alla porta centrale di ingresso sono state rimesse le due bianche marmoree acquasantiere: sul basamento della più antica c’è lo stemma di Cesare Costa e nell’altra lo stemma di Giuseppe Cosenza. Annesso alla Cattedrale e collocato nella Cappella del Corpo di Cristo vi è il Museo Diocesano che raccoglie importanti testimonianze artistiche provenienti dall’edificio Sacro e da numerose altre chiese cittadine.​

 

Campanile

La torre fu elevata nell’861, in età longobarda e poi ristrutturata in età normanna e consolidata dopo il terremoto del 1456 che arrecò molti danni alla città. Uno dei segni maggiori della città di impianto longobardo,  essa svolgeva anche un ruolo nel sistema difensivo, date le feritoie presenti nel basamento. La pianta quadrata presentava una struttura robusta con  blocchi lapidei sul basamento e sugli angoli colonne di marmo cipollino. Ancora oggi i tre ordini superiori presentano muri in mattoni e piperno, con finestre bifore. Infine si notano, incastonate in ordine sparso, alcune protomi. Nel 1873, per volere del Ministero dell’Istruzione Pubblica, fu dichiarata edificio monumentale.

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