Chiesa di San Michele a Corte

Chiesa di San Michele a Corte

 

Il piccolo edificio fu eretto nel X secolo accanto al palazzo dei principi longobardi e fungeva da cappella nobiliare.

 

Nel 1121 infatti è ancora chiamata “Cappella Nostra” in un diploma del Principe Giordano II. La conferma verrebbe anche dall’aggiunta della denominazione A Corte, come le chiese dedicate a San Salvatore e a San Giovanni. Fu successivamente dotata di canonica e orticello adiacenti.

 

L’aula molto semplice presenta all’ingresso un triforium oggi tompagnato. Qui si notano eleganti capitelli corinzi che presentano non le classiche foglie di acanto, bensì di palma. Interessante anche la parte terminale dell’invaso, poiché un secondo triforium, ad archi diversi per dimensione, consente l’accesso al presbiterio un po’ sopraelevato. Qui l’altare maggiore caratterizzato da lastra tombale di fattura tardo-romanica sottostante l’elegante cupolino e l’abside ove campeggia un dipinto di epoca bizantino con l’Arcangelo Michele vittorioso sul serpente. Ai lati strette scalette conducono alla cripta, il cui ambiente è diviso da una sola colonna di granito. Il bema, concluso da un’abside rivolta ad oriente, è poi ripartito in tre zone da archi impostati sulle colonne del triforium. Nella cripta, sottostante l’altare maggiore, sono visibili resti di affreschi del sec. X. scoperti nel 1876. Tra gli elementi degni di menzione un’acquasantiera in pietra lavorata seguendo la sensibilità longobarda.